Dopo la call Know siamo in possesso di una serie di informazioni che ci consentono di iniziare a trasformare la tua idea di App in un Progetto: siamo nella fase di progettazione del Metodo DuckMa, quella che chiamiamo Consulting, il momento in cui ti ascoltiamo, entriamo con testa e cuore nel tuo Business e, insieme, mettiamo a terra il tuo Progetto di sviluppo App.
Concretamente, ti coinvolgiamo in un Workshop (in presenza o da remoto) nel quale vieni affiancato da un Team dedicato al tuo Progetto composto da un UI/UX Designer, da un Digital App Strategist e da un Ingegnere Informatico.
Al termine della fase Plan, siamo nelle condizioni di approfondire insieme a te ogni dettaglio emerso sinora e gettare basi solide per la realizzazione della tua App: siamo nella fase Discovery del Metodo DuckMa, il momento in cui approfondiamo le funzionalità tecniche dell'app, le sue criticità e anche le sue opportunità.
Concretamente, ti coinvolgiamo in un Workshop in presenza o da remoto di mezza giornata nel quale sei affiancato, ancora una volta, da un Team dedicato al tuo progetto composto da un numero maggiore di figure rispetto a quelle che hai già incontrato nel corso del modulo Plan.
Ora che la fase Discovery è terminata, si passa all'ultima fase del Consulting, il Create, in cui diamo consistenza alla tua idea andando a realizzarne il design.
Si tratta di un momento in cui, tirando le somme di tutto ciò che abbiamo condiviso, il nostro Team sviluppa ognuna delle schermate che andranno poi a costituire il tuo progetto. Trasformeremo poi queste schermate nel Prototipo Grafico Navigabile che ti sarà utile per validare la tua idea o per presentarla agli investitori.
Cosa accade durante la fase Make?
Make è immediatamente conseguente al blocco Consulting e alla fase Create.
Questo cosa significa? Che non iniziamo a scrivere nemmeno una riga di codice a meno che l’intera documentazione necessaria non sia pronta e non sia stato consegnato e approvato il design.
Solo con queste condizioni può prendere il via la fase di sviluppo dell’Applicazione.
Partiamo dal backend perché, in assenza di quello, non sarebbe possibile creare il resto dell’App. E’ solo una volta ultimato il backend che procediamo con il frontend e infine ci dedichiamo alla parte di sviluppo Mobile.
Cosa accade durante la fase Host?
Durante la fase Consulting abbiamo raccolto tutte le informazioni sulla tua idea di App e le abbiamo trasformate in un Progetto, a cui abbiamo dato concretezza con il modulo Make del blocco Coding.
Ora, per le Applicazioni sviluppate interamente da noi, ci occupiamo anche del servizio Hosting.
Di che cosa si tratta? Probabilmente hai già sentito parlare di Hosting come del servizio che ospita i file del tuo sito web su server che rendono i contenuti del sito sempre disponibili per gli Utenti del web. Il concetto è corretto, ma nel caso di un’Applicazione si fa molto più complesso.
L’Hosting di un’App è l’infrastruttura informatica vera e propria che sta alla base di tutto il progetto e che completa l’Applicazione unitamente a back-end, console e front-end e mobile.
Mentre gestiamo back-end, front-end e mobile come microservizi (ossia come servizi indipendenti di piccole dimensioni che comunicano tra loro), per l’Hosting strutturiamo un progetto con Google Cloud, piattaforma di cui siamo partner.
Siamo nel pieno della blocco Coding: nel modulo Host abbiamo progettato l’infrastruttura in Cloud della tua App con la piattaforma Google Cloud e ora passiamo a quello che nel Metodo DuckMa con cui sviluppiamo App è la fase Maintain in cui ti garantiamo manutenzione e assistenza tecnica per la tua Applicazione.
Siamo nell’ultimo step del blocco Coding: nel modulo Host abbiamo progettato l’infrastruttura in Cloud della tua App con la piattaforma Google Cloud, mentre nel modulo Mantain ti abbiamo presentato tutte le garanzie di assistenza tecnica e manutenzione dell’App.
Passiamo ora a quello che, nel Metodo DuckMa con cui creiamo App, è il blocco Boost, in cui mettiamo in campo le nostre competenze nel mobile marketing per portare la tua Applicazione al successo.
Immaginiamo di essere in un ristorante di Sushi, quelli con il nastro trasportatore che gira per l'intera sala.
Siamo andati con un gruppo nutrito di amici e ci rendiamo conto che su alcuni tavoli manca la salsa di soia mentre su altri manca il wasabi e c'è una sola bottiglia di salsa di soia senza sale in tutto il locale.
Era il 1983 quando uscì “WarGames - Giochi di Guerra” - pellicola per ragazzi firmata da John Badham con Matthew Broderick.
Va nominata perché è lì, in un angolo fuori concorso del Festival di Cannes, che si collocano le origini della prima legge statunitense contro l’hacking approvata dal Congresso nel 1986.
Un film zeppo di vicende inverosimili - non a caso annoverato sotto il cappello “fantascienza” - che nondimeno riuscirono a impressionare gli spettatori. Uno su tutti: Ronald Reagan, che solo tre mesi prima aveva chiesto agli scienziati di inventare un’arma in grado di polverizzare i missili sovietici.
Per carità, non chiamatelo Facebook: siamo nell’era del Metaverso
Era il 2004 quando un ragazzo di 20 anni allora pressoché sconosciuto fondò dal nulla, nel campus di Harvard, una delle compagnie oggi più importanti al mondo: Facebook, destinata a rimanere l’unica reale impresa realizzata da Zuckerberg da cima a fondo.
Da lì in poi, infatti, la società - oggi Meta - si è focalizzata sull’acquisto di ciò che sarebbe molto più lungo e costoso sviluppare e, soprattutto, posizionare.
Nella galassia del gruppo, dopo la fondazione di Facebook Messenger del 2011, arriva Instagram nel 2012, mentre nel 2014 l’azienda incamera Whatsapp.